Il 5° Assioma della Comunicazione attraverso i film: tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari




Concludo la rubrica dedicata agli Assiomi della comunicazione raccontata attraverso le scene dei film approfondendo il quinto e ultimo dei postulati elaborati da Watzlawick, Beavin e Jackson della scuola di Palo Alto in Pragmatica della comunicazione umana: “Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza. Ovvero, in ogni relazione tra due soggetti comunicanti, è possibile che ci siano due tipi di dinamiche: complementare, nel momento in cui uno dei due interlocutori sia in una situazione di superiorità (one-up) e l’altro di inferiorità (one-down); simmetrica, quando i due soggetti si pongono sullo stesso livello. Il quinto assioma della comunicazione è apparentemente molto simile al secondo, il quale spiega che in ogni relazione vi è un aspetto di contenuto e uno di relazione. Con l’ultimo assioma, però, l’attenzione è posta specificamente sulla dinamica relazionale in atto fra i comunicanti.

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Quando la dinamica è facilmente leggibile

In molte delle relazioni sociali che viviamo quotidianamente, può essere relativamente semplice individuare il tipo di rapporto che viene posto in essere. Ad esempio, appare evidente come la relazione tra un dipendente e il suo capo sia di tipo complementare; allo stesso modo, anche il rapporto tra genitore e figlio è basato sulla differenza. L’interrelazione tra due amici, invece, è di tipo simmetrico, di uguaglianza. Nel secondo caso, i modelli comunicativi utilizzati dai due soggetti che interagiscono tenderà a rispecchiare il comportamento dell’altro o quantomeno a minimizzare le differenze. Nell’interazione complementare, invece, il soggetto one-down tende a completare la comunicazione di quello one-down, le differenze tra i due soggetti che partecipano alla dinamica comunicativa saranno dunque messe in evidenza.


The Departed – Martin Scorsese (2006)

In The Departed – Il bene e il male, William Costigan è un poliziotto che la FBI sta cercando di infiltrare nella mala bostoniana. In questa scena, William (Leonardo Di Caprio) si imbatte per la prima volta in Frank Costello (Jack Nicholson), boss irlandese della metropoli. Il primo scambio tra loro avviene in modo simmetrico, ma solo perché Will non sa chi abbia davanti (o meglio, finge di non sapere): si pone in modo sfacciato, non dimostra sudditanza, è sciolto nel parlare e nel linguaggio del corpo. La simmetria, però, dura pochissimo, il tempo che serve al ragazzo per comprendere (o di dimostrare di aver compreso) chi è il suo interlocutore. Frank è il re della zona, è tutto sotto il suo controllo e chi si relaziona con lui non può che farlo secondo uno scambio di tipo complementare che lo vede sottomesso al criminale. Infatti, bastano pochi secondi per assistere a un cambio di atteggiamento da parte del soggetto più giovane. E semmai non avesse capito chi è Frank Costello, la scena successiva, in cui Di Caprio viene percosso sul braccio già ferito con uno stivale, chiarisce inequivocabilmente il concetto.

La scismogenesi

La scismogenesi – o schismogenesi – “è un processo di differenziazione nelle norme del comportamento individuale risultante da interazione cumulativa tra individui”. (Pragmatica della comunicazione umana, p. 58). Semplificando, la scismogenesi fa riferimento alle relazioni tra individui o tra gruppi da cui si originano contrasti. Si tratta di una dinamica tipica dei conflitti bellici o dei confronti di politica estera. Le relazioni tra individui o tra gruppi di individui tendono a un progressivo cambiamento dettato dalle risposte reciproche fra i comunicanti. Se il modello è condiviso, A, per esempio, tenderà a imporsi sempre di più su B, mentre B risponderà in modo sempre più sottomesso. In questo caso si parla di scismogenesi complementare. Può però accadere che i due soggetti o i due gruppi sviluppino un comportamento concorrenziale nel quale entrambi ricerchino la supremazia sull’altro: in questo caso si parla di scismogenesi simmetrica. Nel secondo caso, il risultato non potrà essere che uno scontro comunicativo attraverso il quale sia A sia B cercheranno di prevaricare sull’altro.


Travolti da un insoliti destino nell’azzurro mare d’agosto – Lina Wertmüller (1974)

Lei, Raffaella Pavone Lanzetti (Mariangela Melato), è una donna alto-borghese, classista e che disprezza i ceti meno abbienti. Lui, Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini), è un mozzo siciliano dai modi rozzi e animato da ideali comunisti. All’inizio del film Travolti da un insoliti destino nell’azzurro mare d’agosto, la relazione che si sviluppa tra i due è chiaramente di tipo complementare in cui la donna è in condizione one-up e, in virtù della propria condizione sociale, umilia e denigra l’uomo. Poi, però, durante una gita in mare, il motore della barca su cui viaggiano va in avaria e i due naufragano su un’isola deserta. La coppia si ritrova abbandonata e sperduta nel nulla; inevitabilmente, la relazione si ribalta: ora è la ricca borghese ad avere bisogno dell’uomo per sopravvivere, quest’ultimo non si fa sfuggire l’occasione per farle notare che ha perso la sua posizione di vantaggio.

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Rispecchiare o completare

Quindi, nel caso di una relazione simmetrica, i comportamenti di un comunicante tendono a rispecchiare quelli dell’altro; ciò vale a prescindere che la dinamica in atto sia di forza o di debolezza, di bontà o di cattiveria: se A riceve aggressività risponde con aggressività, se riceve dolcezza risponde con dolcezza. Nel caso della relazione complementare, invece, i comportamenti di un comunicante tendono a completare quelli dell’altro: un soggetto ordina in modo perentorio, l’altro obbedisce sommessamente. Non è scontato, dunque, che in uno scambio di tipo simmetrico la comunicazione avvenga in modo pacifico. Anzi, è proprio in quei casi che si creano le basi di un conflitto acceso, perché i ruoli di dominante e di sottomesso non sono assegnati. Viceversa, uno scambio basato sulla complementarietà partirà da premesse relazionali chiare secondo le quali la parte one-down sarà portata ad accettare la funzione subalterna.


Il Grande dittatore – Charlie Chaplin (1940)

Presento ora una scena straordinariamente ironica e grottesca tratta da Il Grande Dittatore: Adenoid Hynkel Alias Adolf Hitler (Charlie Chaplin) e Benzino Napaloni Alias Benito Mussolini (Jack Oakie) si recano in barberia. Il dialogo è geniale e surreale e utilizza sia la comunicazione verbale e sia l’occupazione dello spazio per teatralizzare la dinamica in atto: Hynkel, affetto da un evidente complesso di inferiorità nei confronti di Napaloni, si dà delle arie, ostentando la sua potenza con le parole (“Farò pareti e soffitti di vetro. […] Anche al mio palazzo d’estate ho una barberia, ma quella ha già i soffitti di vetro, coi pesci rossi che ci nuotano dentro.”) e, ancor più, cercando di sopraelevarsi fisicamente rispetto al suo ospite. Il risultato è paradossalmente (e volutamente) comico, certo, ma la forza espressiva della scena è notevole.

Comportamento metacomplementare e pseudosimmetrico

Gli autori di Pragmatica della comunicazione umana individuano anche un terzo e un quarto tipo di relazione, ovvero il comportamento metacomplementare – nella situazione in cui uno dei due soggetti consente all’altro di assumere una posizione complementare (o gliela impone) – e un comportamento pseudosimmetrico – quando uno dei due soggetti consente all’altro di assumere una posizione simmetrica (o gliela impone).


Misery non deve morire – Rob Reiner (1990)

In Misery non deve morire, la dinamica che si concretizza tra i due protagonisti è incredibilmente particolare: Paul Sheldon (James Caan) è uno scrittore dal successo planetario, divenuto famoso soprattutto grazie alla serie di romanzi che hanno per protagonista Misery. Annie Wilkes (Kathy Bates) è una fan accanita (a dir poco) di Sheldon, è innamorata dell’artista e, lentamente, si innamora anche dell’uomo. In uno scenario in cui uno dei due soggetti è innamorato e l’altro no, solitamente, si assiste all’instaurazione di uno scambio complementare che vede la persona innamorata nel ruolo one-down e quella amata in posizione di superiorità. Qui però la situazione è differente poiché lo scrittore è impossibilitato a muoversi a causa di una serie di fratture scomposte a gambe e ginocchio; la donna lo tiene prigioniero e allo stesso tempo si prende cura di lui, mentre il resto del mondo lo crede morto. La relazione paziente-infermiera è certamente di tipo complementare e qui è l’uomo a trovarsi nella condizione di one-down. Paul Sheldon fa di tutto per provare a mettere in campo una relazione di tipo simmetrico, facendo leva sulla stima incondizionata e sull’amore che Annie prova per lui. Peccato, però, che la donna, oltre che essere l’unica nelle condizioni di curarlo e di tenerlo in vita, sia anche una squilibrata totale con un passato da serial killer.

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I meccanismi omeostatici

[…] i modelli di relazione simmetrica e complementare si possono stabilizzare a vicenda e […] i cambiamenti da un modello all’altro sono importanti meccanismi omeostatici. Questo comporta una implicazione terapeutica, vale a dire che almeno in teoria si può ottenere un cambiamento terapeutico in modo assai diretto introducendo durante il trattamento la simmetria nella complementarità o viceversa” (Pragmatica della comunicazione umana, pag 98). Come ampiamente spiegato nel saggio di Watzlawick, Beavin e Jackson nella sezione dedicata alla comunicazione patologica, è necessario, anche in una relazione paritaria, che i due partner siano in grado di sviluppare una comunicazione simmetrica in alcune situazioni e complementare in altre. Pensiamo all’esempio della madre e del figlio: nei primi anni di vita del bambino, inevitabilmente la relazione si svilupperà in modo complementare dove la madre sarà in posizione di one-upmanship. Con il trascorrere degli anni, tale dinamica è però inevitabilmente destinata a modificarsi. Citando ancora l’opera della Scuola di Palo Alto: “In una relazione simmetrica sana i partner sono in grado di accettarsi a vicenda ‘come sono’, il che li porta alla fiducia e al rispetto reciproci ed equivale a una conferma dei rispettivi Sé davvero realistica.


Up – Pete Docter (2009)

La simmetria totale, in una relazione di coppia – ma anche in una di amicizia – è quasi sempre irraggiungibile. Uno dei due soggetti sarà portato ad essere one-up (spesso è quello meno innamorato o quello che dimostra una minor dipendenza emotiva o, paradossalmente, quello più debole e quindi più incline a soffrire a causa dei comportamenti dell’altro). Esiste però una terza possibilità, ovvero che la relazione tra i due soggetti muti costantemente, passando da fasi in cui la comunicazione è di tipo simmetrico ad altre in cui è di tipo complementare. Anche nella complementarità è possibile che vi siano possibili avvicendamenti secondo i quali prima uno dei due si trova in posizione one-up e poi lo stesso passi in una condizione di one-down. Una scena senza parole potrebbe chiarire il concetto, quella che scorre nei primi minuti del film d’animazione Disney Up.