Cosa ci fanno capire i NoVax sul concetto di “Libero arbitrio”?



Ma poi, alla fine, i NoVax dicono solo cazzate? Quanto c’è di condivisibile nelle loro posizioni a difesa del libero arbitrio? Principi inalienabili a confronto: autoderminazione Vs. Sicurezza.

“La libertà personale è inviolabile.

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.

È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.

La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.”

Costituzione Italiana, Articolo 13

Il primo errore che commettiamo, quando ci approcciamo all’universo NoVax come se fosse una nebulosa informe, è quello di ignorarne in toto le rivendicazioni. Vabbè che ci siamo abituati pressoché da sempre al giochino: l’Italia, intesa come l’insieme dei segmenti di popolazione capaci di esprimere tendenze più o meno omologate e omologanti, è geneticamente bipolarista e fatica in modo drammatico a mantenersi in equilibrio su considerazioni complesse, fatte da aree grigie che, in quanto tali, non sono categorizzabili né nel nero né nel bianco.

Come sempre succede quando si polarizzano i punti di vista, le argomentazioni NoVax, pur essendo diversificate e molteplici, finiscono con il ricevere pari trattamento da parte di chi le riceve senza intercettarle. La moltitudine di profili che compone il mosaico NoVax evapora, nel percepito della frazione opposta, in una maschera di villania e testardaggine sufficiente a rappresentare l’intera costellazione degli obiettori alla cura di stato. Una maschera, però, lo sappiamo, serve prima di tutto per nascondere e, ovunque ci sia nascondimento, il torbido prende il posto del cristallino.

Chi c’è dietro la maschera NoVax che i “No-NoVax” amano appioppare loro? Sto per dire una banalità sconcertante: coloro che si oppongono al vaccino non sono tutti uguali; tra di essi si cela (neanche tanto discretamente) una armento di analfabeti funzionali sprovvisti di senso critico e lucidità, è vero, ma anche uno stuolo di “persone normali” (che sciocca pretesa voler parlare di normalità in termini oggettivi) che, semplicemente, si pone delle domande e che, non trovando le risposte giuste, sceglie di non sottoporsi a una pratica che non comprende appieno. Si tratta di una rivendicazione legittima? Io presumo di sì.

E allora chiediamoci ora: a chi spetta il compito di fornire le risposte a quelle domande? Certo, dirsi semplicemente che i NoVax sono degli scellerati, fanatici e irresponsabili è molto più comodo, spesso anche vero, ma non sufficiente a inquadrare la complessità delle posizioni anti-vaccino nel quadro nazionale e globale.

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Quanto conta il libero arbitrio?

Proviamo a concentrarci su un aspetto… metafisico: il libero arbitrio. Il libero arbitrio è un valore inalienabile? È un principio assoluto? O soltanto relativo? È un privilegio o un diritto?

Ho scelto l’articolo 13 della Costituzione italiana come incipit perché lì è racchiuso perfettamente il conflitto su cui voglio costruire la mia argomentazione: da una parte, il sacrosanto diritto del cittadino all’autodeterminazione, a praticare la propria libertà positiva, ad assumere autonomamente le proprie scelte di pensiero e di comportamento; dall’altra, il dovere dello Stato di tutelare la sicurezza pubblica e la salute della popolazione.

Non ho contrapposto fra loro due diritti, bensì un diritto individuale e un dovere istituzionale: il diritto dell’individuo a decidere per sé e il dovere dello Stato di intervenire concretamente sulla vita della cittadinanza al fine di tutelare il benessere collettivo. Questo dualismo diventa in un certo modo dicotomico, poiché l’estensione del diritto di scelta dell’uomo limita inevitabilmente la sfera d’influenza dello Stato e viceversa. Bene, credo che sulla dialettica diritto al libero arbitrio del cittadino / dovere di tutela e protezione da parte dello Stato valga la pena di soffermarsi.

Il libero arbitrio è un diritto in termini assoluti?

”La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Costituzione Italiana, Articolo 2

Uso qui un’espressione in realtà impropria, quella di diritto assoluto (che in giurisprudenza ha diversa accezione), intendendo un tipo di diritto che non può essere in alcun modo violato, talmente essenziale da non poter essere messo in discussione. Non c’è dubbio che un diritto assoluto, inviolabile, debba essere difeso da qualunque tipo di minaccia e deriva autoritaria, quand’anche essa provenisse da un potere costituito. La libertà di espressione, l’uguaglianza, la salute, l’istruzione sono tutti diritti inalienabili, inviolabili, in tal senso assoluti.

Eppure, non possiamo far finta di non capire che il libero arbitrio di cui può disporre il cittadino dell’emisfero ricco del mondo sia da considerarsi, prima che un diritto, un privilegio. Noi possediamo il privilegio di operare all’interno di un contesto storico, sociale ed economico che rende possibile per ognuno perseguire il proprio credo, manifestare le proprie convinzioni, esprimere idee, operare scelte personali all’interno di un ventaglio infinito di possibilità. Possiamo farlo perché non viviamo nel Medioevo, ma neppure nella Cina, l’Arabia Saudita, L’Afghanistan di oggi. Siamo dei privilegiati poiché, fino a marzo del 2020, la maggior parte di noi ha vissuto in una realtà ove le condizioni politiche e quelle sanitarie non hanno mai giustificato l’imposizione di misure limitanti, seppur temporaneamente, le scelte dell’individuo.

Beh, bisogna prendere atto che, con l’esplosione della pandemia di Covid-19, le pre-condizioni che rendono il libero arbitrio un diritto non ci sono più. Abbiamo perso il privilegio di poter considerare il libero arbitrio un diritto assoluto. Lo Stato, qualunque Stato, deve fare esattamente questo, prenderne atto e agire di conseguenza per tutelare la salute pubblica.

Forse è anche per questo che si può fare fatica a comprendere le ragioni dei NoVax? Certamente, esiste una differenza di prospettiva tra chi è in grado di comprendere questa logica e chi, invece, si ancora alla pretesa di un diritto che, semplicemente, ha provvisoriamente smesso di essere tale. Però sarebbe troppo limitativo leggere la questione solo in questi termini. Tra NoVax e sostenitori del vaccino a priori vi sono insormontabili problemi di incomunicabilità, le cui colpe si equidistribuiscono nel momento in cui entrambe le parti prendono le distanze dalle ragioni altrui. E sì, caro “Io mi vaccino e ciò fa di me una persona migliore”, ce l’ho con te.

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Sto dando ragione ai NoVax?

No. Chiaramente non è quello il mio intento. Mi interessa invece provare ad approfondire la tesi degli antivaccinisti, dare un senso alle loro istanze, provare a guardarle con i loro occhi e, se possibile, individuare la loro origine, consapevole che le loro ragioni non saranno mai le mie.

E sì perché, oggigiorno, se non sei NoVax fai bene a chiarirlo. Personalmente, mi viene spontaneo farlo, perché è importante per me ribadire una presa di distanza da quello che considero un mondo che mi spaventa e, in parte, disgusta, ma che come ogni fenomeno sociale deve essere studiato e compreso.

Non tutte le argomentazioni NoVax sono sbagliate

Tu leggi il bugiardino dell’oki?

Immaginate questa scenetta. I protagonisti sono Ragazzo Sveglio, convinto NoVax, e Uomo Assennato, fervente fautore della vaccinazione a tutti i costi:

Ragazzo Sveglio: “Senti Uomo Assennato, è inutile che insisti, io il vaccino non me lo faccio, non so neanche cosa ci hanno messo dentro!
Uomo Assennato: “Oh, pare che Ragazzo Sveglio ora si ponga tutte le domande dell’universo! Allora sentiamo, perché non ti sei mai chiesto cosa ci sia dentro l’aspirina o nelle pillole che prendi ogni giorno per l’emicrania?

Tipica argomentazione SìVax. Un’argomentazione che nasconde però una fallacia logica: il fatto che un individuo si ponga domande sulla composizione e sui possibili effetti di un farmaco è di per sé legittimo e consigliabile. D’altra parte, è comprensibile che la questione vaccino apra interrogativi più profondi rispetto a quelli che provocherebbe l’assunzione di uno sciroppo per la tosse e per almeno quattro ragioni:

1. Risonanza mediatica: è inevitabile prestare attenzione ai temi che vengono rilanciati con più insistenza dal sistema mediatico.
2. Dubbi sullo sviluppo del farmaco: le modalità e i tempi di produzione dei vaccino anti-covid sono state effettivamente anomale rispetto a quelle di un vaccino “tradizionale”; è lecito dunque porsi delle domande sulla reale capacità di analisi dei rischi legati all’assunzione del farmaco, specie sul lungo periodo.
3. Assunzione obbligatoria: l’assunzione del vaccino anti-covid è, ufficialmente per molte classi di lavoratori e formalmente per altre categorie, obbligatoria. L’imposizione, inevitabilmente, alimenta i dubbi e le paure di quanti non si sentano sufficientemente rassicurati sui rischi e gli effetti collaterali.
4. Giochi di potere: Ok non credere al grande complotto di Big Pharma, ma negare che le case farmaceutiche abbiano la forza politica ed economica di influenzare le decisioni governative sarebbe quantomeno ingenuo.

La supponenza con la quale i sostenitori del vaccino a tutti i costi affrontano le tesi NoVax non sempre, insomma, trova il giusto riscontro nella validità delle argomentazioni addotte, come in questo caso. Bisogna saper distinguere gli Ultrà anti-vaccino, i fanatici che latrano contro la dittatura sanitaria, dagli oppositori moderati che si pongono delle domande che meritano di essere ascoltate.

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Vaccino, assunzione di responsabilità e indennizzi

Chiunque si sia vaccinato sa bene che, prima della somministrazione del vaccino, occorre firmare un modulo di consenso attraverso il quale ci si assume la responsabilità di eventuali effetti collaterali. Va detto che non è esattamente la cosa più tranquillizzante del mondo firmare un modulo di questo tipo prima di inocularsi un farmaco misterioso. Effettivamente, il quadro normativo in materia di danni causati dal vaccino è molto complesso. Non spetta a me fornire spiegazioni esaustive sul tema (potete approfondire la questione con questo interessante articolo di Altalex), ma vi basti sapere che, in caso di danni provocati dal vaccino, è possibile ottenere un indennizzo, però la procedura imporrebbe di affrontare un iter normativo decisamente complesso e, certamente, estenuante.

Diciamo quindi che, tra le rivendicazioni NoVax, quella di non volersi assumere rischi che lo Stato non è disposto a coprire, ha la sua validità. Libero arbitrio + paura per la propria salute = NoVax. Banalizzo, certo, ma neanche tanto. Vi pare che il discorso sia così sconclusionato? A me no.

Vaccinatevi, ma levatevi la scopa dal culo

Concludo sottolineando con forza l’importanza di vaccinarsi. Scegliere di sottoporsi al trattamento vaccinale è un atto di responsabilità, un dovere nei confronti della collettività, un atto di protezione verso se stessi e gli altri. La retorica sul vaccino la conosciamo bene tutti noi e io mi accodo.

Sarebbe bello, però, se si riuscisse a favorire un dialogo ben più maturo sulla questione. Ad oggi, la caccia all’untore non ha portato risultati incoraggianti in termini di persuasione dei NoVax. Il meccanismo della derisione attuato sistematicamente tramite il racconto Pro-vaccino, cui si affianca l’ostentazione di una presunta superiorità morale, non ha fatto altro che esacerbare il confronto pubblico tra gli schieramenti, favorendo al contempo l’incanalamento del confronto all’interno dei binari della dialettica politica. E questo è sempre un male.

Che il modo migliore per sconfiggere i NoVax sia dare loro maggiore spazio nel dibattito pubblico?