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Gli slogan più famosi della storia: 3 payoff che hanno cambiato la comunicazione
Generalmente, vengono definiti “slogan”, anche se la terminologia, almeno per gli addetti ai lavori, ha passato il segno da tempo. In questo articolo vi voglio parlare di 3 famosi payoff che hanno fatto storia, cristallizzandosi nella memoria collettiva per elevarsi a modi di dire. I tre slogan hanno una storia affascinante, talvolta soggetti a più interpretazioni: in tutti i casi, si tratta di saette di creatività che si stagliano nella nostra quotidianità, per non uscirne più. Cominciamo! LEGGI ANCHE: Il razzismo è nelle orecchie di chi ascolta. Il politically correct ha stancato? I’m Lovin’ It – McDonald’s Siamo nel 2003 e il colosso dei fast food McDonald’s vive una fase…
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Italia fuori dal Mondiale: il nonsenso, il caso, la sfiga
«Chi disse: “Preferisco avere fortuna che talento” percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte in una partita la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro. Con un po’ di fortuna va oltre e allora si vince. Oppure no e allora si perde.» Scena iniziale del film Match Point Italia: seconda eliminazione consecutiva dalla fase finale di un Mondiale di calcio Nel 2017, dopo il KO con la Svezia, l’interpretazione fu univoca e semplicissima. Oggi, a pochi mesi da un Europeo vinto, decisamente no. Riavvolgiamo il…
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Cosa ci fanno capire i NoVax sul concetto di “Libero arbitrio”?
Ma poi, alla fine, i NoVax dicono solo cazzate? Quanto c’è di condivisibile nelle loro posizioni a difesa del libero arbitrio? Principi inalienabili a confronto: autoderminazione Vs. Sicurezza. “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l’autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all’Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e…
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Tiki Taka è quanto di peggio possa offrire il palinsesto sportivo della TV italiana
Prima di decidermi a scrivere questo pezzo mi sono dato un po’ di tempo. Troppo, forse. Già, troppo, perché in questo annetto abbondante di latenza, da calciomane quale sono, non ho quasi mai rinunciato a seguire la trasmissione “calcistica” Tiki Taka – Sottotitolo: “La Repubblica del Pallone”, autocitazione dell’altro chiambrettiano programma La Repubblica delle Donne, andato in onda tra la fine del 2018 e l’inizio del 2020. Solo che, per oltre un anno, non ho fatto altro che spegnere la tv intorno alle due di notte, domandandomi quale insana ragione mi spingesse a barattare un paio d’ore di sonno con un intrattenimento a dir poco demenziale, sciatto, volgare, privo di…
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Il razzismo è nelle orecchie di chi ascolta. Il politically correct ha stancato?
Immaginate di essere seduti su una panchina insieme a un vostro amico. Davanti a voi, in un laghetto artificiale, uno stormo di una dozzina di anatre si rinfresca. Le anatre sono tutte di colore bianco, tranne una, che presenta un variopinto piumaggio striato. A un certo punto, proprio quest’ultima si immerge nell’acqua e riemerge con un pesciolino nel becco. Istintivamente, vi girate verso il vostro amico: “Ehi, hai visto?” “Che?” “Quell’anatra! Hai visto come quell’anatra ha acchiappato il pesciolino?” “No… Ma quale anatra?” “Quella striata!” “Oh… No, me la sono persa.” Paris Saint Germain – Basaksehir Ora immaginiamo un’altra scena. Siamo in un campo di calcio, in una fredda serata di…
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Come il Covid ci ha cambiato dentro e fuori: illustrazione in 7 punti
Siamo tutti d’accordo nel dire che il Covid-19 ci ha cambiato? Non sappiamo in che misura, non ne conosciamo ancora gli effetti a lungo termine, non abbiamo idee di quali trasformazioni sono destinate a sparire insieme al virus e quali diventeranno strutturali dell’uomo post-pandemia, ma in questo momento ognuno di noi è una persona diversa rispetto a febbraio 2020. Chi ha torto o ragione, chi è Napoleone Siamo cambiati nelle relazioni con gli altri e nel modo di pensare la nostra quotidianità (e persino i nostri ricordi); sono cambiati i nostri schemi mentali, le nostre categorie, o meglio, si sono adattate: oggi collochiamo ogni essere umano su una scala graduata…
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Siamo davvero liberi pensatori? Tutto ciò che condiziona le nostre idee
Fino a che punto siamo davvero ‘proprietari’ dei nostri pensieri e delle nostre opinioni? Se proviamo a soffermarci su questa apparentemente banale domanda scopriamo molto facilmente che le implicazioni sul tema sono straordinariamente articolate e la risposta pressoché inaccessibile. Se decidessimo di partire dal principio, dovremmo forse risalire ai primordi dell’evoluzione umana, alla ricerca di un momento in cui non esisteva alcun costrutto logico, sociale, politico, etico capace di influenza il nostro modo di sviluppare un parere. Ovviamente, non è quello che proverò a fare, il tema sarebbe troppo, troppo complesso da gestire e, francamente, non ne possiedo i mezzi necessari. La riflessione, però, è utile per arrivare a una…
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La semantica del silenzio: cosa diciamo quando non diciamo nulla
Se la buttiamo sul tecnico, potremmo dire che ciò che noi esprimiamo non dipende soltanto da ciò che diciamo con le parole. Ogni atto comunicativo, afferma il secondo assioma della comunicazione, ha un aspetto di contenuto e uno di relazione. Ovverosia, il significato di ciò che esprimiamo dipende sia da ciò che concretamente viene detto e sia dalle modalità, dal contesto, dalla gestualità che accompagnano il discorso. Riprendendo il primo assioma invece, ci viene molto facile ricordare che è impossibile non comunicare. Cioè, non possiamo evitare di trasmettere informazioni alle persone con cui interagiamo. Questa doppia premessa mi è utile a introdurre l’argomento di questo articolo: il silenzio. Il silenzio…
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Covid-19: il Vocabolario della Quarantena dalla A(utocertificazione) alla Z(erocalcare)
All’ingresso della fatidica Fase 2 della quarantena che ha riscritto la nostra quotidianità da quasi due mesi a questa parte, viene un po’ spontaneo guardarsi indietro. E alle nostre spalle, è fin troppo facile scorgere una serie di cambiamenti che, in un modo o in un altro, siamo destinati a portarci dentro per un bel po’. Cambiamenti che hanno a che fare con il nostro modo di percepire gli spazi, le relazioni, il tempo, ma anche il nostro linguaggio. E sì, perché, inevitabilmente, anche il nostro modo di esprimerci ha pagato dazio alla reclusione forzata e alcuni termini fino a poche settimane fa poco consueti o persino disconosciuti, oggi diventano…
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Coronavirus e comunicazione equivoca: il senso civico e il bacchettonismo
Voglio mettermi subito al riparo da possibili fraintendimenti: in tema di quarantena da coronavirus, l’attivismo e la mobilitazione sociale dimostrati dai cittadini e degli utenti sono una manna dal cielo. L’entusiasmo e il convincimento con cui le persone comuni stanno interiorizzando e divulgando a propria volta le campagne #Iorestoacasa e Andràtuttobene rappresentano una fiamma di speranza, una modalità straordinariamente efficace di diffondere ottimismo e responsabilità civile. Ciò di cui voglio parlare qui, però, attiene ad un altro aspetto della comunicazione sul e per il coronavirus; mi riferisco, nello specifico, a tutta una serie di equivoci e di interpretazioni sbagliate ostentate dalla cittadinanza, specie se non quasi esclusivamente online: si percepisce…