Web e idiocrazia: il diritto di parola ha ancora un senso?

L’argomento non è certo dei più semplici da trattare, ma è anche tra i più emergenti: oggi parliamo degli idioti. Mark Twain disse “Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”. Arthur Bloch – l’autore dei libri sulla Legge di Murphy – parafrasandolo, corresse: “Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la differenza”. Oggi, però, non è facile mantenersi estranei all’idiozia di cui questo mondo è permeata e imbevuta e che si esalta e accresce esponenzialmente tramite i social network, il simbolo per eccellenza del potere dal basso. Grazie Zuckerberg. Insomma, come si fa, oggi, nell’era del “Buongiornissimo” e del “Le tv non ve lo mostreranno”, a mantenere una posizione ascetica su ogni cosa? Ma poi, è giusto mantenere una posizione ascetica davanti ad aberrazioni e follie verbali? E chi decide quali siano effettivamente delle follie verbali?

oggi parliamo degli idioti
Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”.
Non discutere mai con un idiota: la gente potrebbe non notare la
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potere dal basso

Il diritto di libera espressione

L’impressione è che oggi il diritto di esprimere le proprie opinioni sia diventato più che altro un lasciapassare, un passepartout che autorizza a esprimere un’opinione anche lì dove l’opinione non c’è. Che cos’è un’opinione? Un parere espresso senza essere in possesso della necessaria dose di informazioni ad esprimerlo ha comunque diritto di essere proferito? Di certo non si può imporre l’obbligo di studio né tantomeno quello di citare con fonti ogni singolo commento postato qua e là; d’altra parte, però, è insano lasciar passare il messaggio che sia possibile dire ciò che si vuole e quando si vuole. “E no, tutto no! Ci sono cose che non possono essere accettate in nessun caso!” Ok, sono d’accordo. Tipo quali?

diritto di esprimere le proprie opinioni
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Cosa non si può MAI dire?

Alcuni principi sono assoluti e, se messi in discussione, sanno generare una reazione di dissenso unanime: la schiavitù è sbagliata per tutti, l’omofobia lo è per tutti quelli che hanno più di tre neuroni, la giustizia è per ognuno di noi un valore assoluto. Altri principi sono assoluti per alcuni e relativi per altri: l’omicidio è sbagliato, ma può diventare giusto se perpetrato ai danni di un assassino o, in alcuni casi e per alcuni soggetti, se imposto dalla legge; il razzismo è per chiunque un valore da combattere… ma ci sta che i rom ci suscitino un certo fastidio. E dunque, quali sono le idee che eticamente dovrebbero essere vietate sempre, anche al rischio di violare i principi (assoluti) della libera espressione? Siamo sicuri che esistano principi di tale portata?

Alcuni principi sono assoluti

Puniamo i cattivi informatori?

Porre la questione su motivazioni etiche, quindi, non permetterebbe di raggiungere una quadra. Di assoluto, oggi, c’è ben poco e pressoché ogni principio deve scontrarsi con il relativismo delle idee, anche di quelle più becere, che poi forse tanto becere non sono, ma certo che lo sono, stai zitto, no stai zitto tu. Proviamo a spostare il focus su un altro tema, quello delle informazioni errate: c’è chi diffonde bufale perché incapace di riconoscerle, chi lo fa proditoriamente con il sano intento di manipolare la percezione del pubblico su un dato tema. Ed è logico che la colpa dello sprovveduto non possa essere pari a quella dell’affabulatore. Saremo tutti d’accordo, però, nel sostenere che di colpa si tratta. E se il bugiardo consapevole potrebbe essere chiamato a rispondere in tribunale, che fare dell’insano web-nauta incappato in uno scivolone giornalistico? Lo punireste per sprovvedutezza? E in che modo?

informazioni errate

Le opinioni hanno delle conseguenze

Esprimere un’opinione è un atto di preziosa presa di coscienza di sé. Un’opinione viene proferita per essere ascoltata e capita. Il messaggio che essa veicola genera, in chi lo riceve, un cambiamento, che può essere di segno positivo quando è in grado di mostrare una prospettiva nuova su un tema noto e può essere di segno negativo quando utilizza premesse errate e divulga informazioni e principi distorti. Ogni nostro punto di vista è filtrato da una serie di fattori: dall’ambiente che frequentiamo, dalle esperienze che abbiamo vissuto, dal contesto in cui esperiamo la nostra quotidianità… dalle opinioni altrui che abbiamo ascoltato in giro. La libertà di esprimersi, alla luce di quanto detto, è davvero un principio assoluto? Anche quando genera ricadute negative sulla società? A chi spetta il compito di proteggerci: allo Stato, a Gugol, a noi stessi?

presa di coscienza di sé

Quindi?

Quindi nulla. I problemi sono questi e chissà quanti altri, e di soluzioni non ce ne sono. Tecnicamente, sociologicamente e legalmente. Il web è anche questo, internet è un mare magnum di idiozia, di superficialità e, diciamocelo, anche di cattiveria. Date valore a ciò che dite. Prima di parlare, domandatevi: il mio atto linguistico è figlio di una riflessione profonda e imparziale, documentato e utile per chi mi ascolta?

Il web è anche questo
mare magnum